28 ottobre 2018, ore 20:30
Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano Besso
Richard Strauss (1864-1949)
Der Rosenkavalier, op.59 (1909-1910)
Versione per Salonorchester, con la proiezione del film muto di Robert Wiene (1925)
Anton Webern (1883-1945)
Sechs Stücke, op.6 (1909)
Trascrizione per orchestra da camera dell’autore (1920)
Johann Strauss (Sohn) (1825-1899)
Kaiserwalzer, op.437 (1888)
Trascrizione per ensemble di Arnold Schönberg (1925)
Ensemble900
direzione Arturo Tamayo
Il concerto è trasmesso dalla RSI in diretta radiofonica su Rete Due e in videostreaming
Ensemble900 del Conservatorio della Svizzera italiana
flauto Claudia Fernández Álvarez oboe Pietro Savonitto clarinetto Riccardo Broggini tromba Matteo Villa (ospite) trombone Luca Ballabio (ospite) pianoforte Margherita Gulino harmonium Lorenzo Grossi celesta Federica Vallone percussioni Valeria Petrantoni, Tommaso Tola, Diego Verzeroli, Daniele Dindo (Pre-College) violini Francesca Bonaita, Oxana-Evghenievna Sametchin viola Lisa Bulfon violoncello Mathilda Marie Longué contrabbasso Erez Meyuhass
Il tema della nostra XX stagione è la trascrizione, intesa come adattamento, re-invenzione, ri-orchestrazione, ri-lettura, ri-composizione, ri-creazione di un originale.
L’idea iniziale è stata quella di riproporre il primo pezzo che venne suonato nel concerto di inaugurazione della prima stagione e costruire un programma intorno a quest’opera. Il brano in questione sono i Sechs Stücke per orchestra op.6 di Anton Webern, nella trascrizione per ensemble dello stesso compositore composta per il Verein für musikalische Privataufführungen, associazione fondata da Arnold Schönberg a Vienna e di cui quest’anno ricorre il centenario.
L’opera di Webern, enigmatica e di stravolgente bellezza ed originalità, e che guarda con intensità ad un futuro imprevedibile, sarà incastonata come un diadema tra i due altri brani del programma, anch’essi delle trascrizioni: la versione di Schönberg del Kaiserwalzer di Johann Strauss figlio, e la musica di un altro Strauss, questo però bavarese, Richard, che trascrisse per Salonorchester la musica di una delle sue opere più note, il Rosenkavalier, che eseguiremo come accompagnamento alle immagini dell’omonimo film muto di Robert Wiene del 1925.
Il programma è dunque anche un omaggio al mondo viennese di inizio Novecento, qui esplicitato attraverso i continui rimandi ai suoi valzer, e alla sua importanza nell’orizzonte culturale europeo. Quel mondo ebbe infatti la forza di irradiare le sue espressioni artistiche al di là dei nefasti totalitarismi ed anzi di costituire un faro per le nuove generazioni di artisti che operarono dopo la seconda guerra mondiale. Come scrive Stefan Zweig nel suo Il Mondo di ieri: “Ogni ombra in fondo è anche figlia della luce e solo chi ha conosciuto luci e tenebre, guerra e pace, splendore e decadenza, può dire di avere vissuto davvero…”
Arturo Tamayo